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Brunetta e le vitamine dell’illegalità

Posted by: Lacche    Tags:  Brunetta, certificato antimafia, Elisabetta Tripodi, Ivan Lo Bello    Posted date:  September 27, 2011  |  No comment



Sì al ministro Saverio Romano, accusato di mafia, no al certificato antimafia. E’ il pensiero di Renato Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione, distillato durante la presentazione del nuovo logo del dicastero. “Basta chiedere a imprese e cittadini documentazione per informazioni che la Pubblica amministrazione già possiede”, afferma il ministro. “Basta certificato antimafia, basta pacchi di certificati per partecipare ai concorsi, basta con il Durc (il certificato unico di regolarità contributiva per le imprese, ndr)”. La semplificazione, aggiunge, è “una delle vitamine per la crescita”. Così stamattina Il Fatto Quotidiano sintetizza la ricetta del ministro della Repubblica (“vendere vendere vendere e semplificare“) che, tra il resto, ritiene il certificato antimafia e il Durc inutili orpelli burocratici, fastidiosi oneri per le imprese. L’affermazione di Brunetta è stata variamente commentata, a partire dal Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, che dopo aver definito il ministro “sempre molto originale” ha affermato: “Non è mia abitudine prendere posizione su cose campate in aria”. Come pure dal ministro dell’Interno Roberto Maroni: “La certificazione antimafia non può essere modificata perché è uno strumento indispensabile per combattere la criminalità organizzata e, in particolare per contrastare le infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici”.

Un pessimo segnale, quello lanciato da Brunetta, rispetto a uno strumento fondamentale di contrasto alle mafie e imprescindibile per la valutazione delle imprese che si candidano alle gare per gli appalti pubblici. Questo, per cominciare, il punto di vista di Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, che ha inaugurato un regime assai rigoroso di controlli tra le imprese associate e ha sancito l’espulsione di quelle colluse con i cartelli del malaffare. In questa intervista, curata da Popolare Network, Lo Bello spiega perché Brunetta ha torto e perché quel certificato è necessario.

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Questo il punto di vista sulle esternazioni del ministro e il drammatico racconto della propria esperienza di amministratore di Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno, che conosce da vicino la realtà della pressione mafiosa sul territorio e da oltre un mese vive sotto scorta.

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